Cosa studia la psicologia: info e campi di applicazione

Vorresti comprendere meglio cosa studia la psicologia perché hai deciso di iscriverti ad una facoltà universitaria del settore?

Oppure sei semplicemente curioso di conoscere più a fondo questa affascinante materia?

Non preoccuparti, perché in entrambi i casi, hai trovato l’articolo che fa al caso tuo.

In questa guida, infatti, ti introdurremo alla scoperta di questa importante disciplina, che può trovare applicazione importanti in tante situazioni della vita, ma anche in diversi settori lavorativi: dal mediatore familiare alla risoluzione di conflitti di geopolitica, oppure per lavorare bene nella pubblica amministrazione. Ma anche nel campo dell’insegnamento, in quanto avere delle buone basi della materia può mettere nelle condizioni di capire gli altri e aiutarli a farli rendere al massimo. Come? Ad esempio sviluppando un proprio metodo per studiare bene o comprendendo come gestire e organizzare lo studio durante le vacanze o in periodi di forte stress. Oltre, naturalmente, ad esercitare la professione vera e propria di psicologa o psicologo.

Ma andiamo a capirne di più nei prossimi paragrafi.

Cos’è la psicologia: ecco tutto quello che devi sapere

Ma esattamente: cosa studia la psicologia e cosa fa concretamente uno psicologo? Sei curioso di andare a fondo alla questione e saperne di più? Allora non perdiamo tempo ed entriamo subito nel merito.

Psicologia: etimologia e significato

Partiamo, come è giusto che sia, dalle basi. Ovvero dalla definizione di psicologia:

La psicologia è la disciplina, afferente alle scienze sociali, che studia il comportamento e la mente, attraverso lo studio dei processi psichici, mentali e cognitivi nelle loro componenti consce e inconsce, mediante l’uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale. Tale studio riguarda quindi i processi cognitivi e intrapsichici dell’individuo, il comportamento umano individuale e di gruppo, e i rapporti tra il soggetto e l’ambiente.

Così definisce la psicologia Wikipedia, rifacendosi al Glossary of Psychological Terms.

L’origine della parola, infatti, deriva da psico e logia, ossia anima e discorso (o studio). Possiamo dunque affermare che con questo termine si intende “studio dell’anima”.

Alla voce “psicologia” dell’enciclopedia Treccani, invece, si legge:

Scienza che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.).

Mentre il Dizionario Garzanti distingue, in base al campo di applicazione, tra:

  1. Scienza che studia i fenomeni della vita affettiva e mentale delle persone (istinti, emozioni, sentimenti, percezioni, memoria, volontà, intelligenza); studio della psiche;
  2. La capacità di penetrare l’anima umana, di intuirne i moti e le reazioni e di comportarsi di conseguenza: “mancare di psicologia”; “bisogna usare un po’ di psicologia per farla ritornare a casa”;
  3. Il modo di pensare e di reagire di una persona o di una categoria di persone: la psicologia di mia sorella; la psicologia dei bambini, delle masse.

Lo psicologo, invece, è colui il quale svolge professionalmente attività di sostegno psicologico, sia essa di natura preventiva o riabilitativa. Se ti stai chiedendo qual è la forma corretta al plurale tra psicologi o psicologhi, fai attenzione ad evitare una gaffe piuttosto comune: la prima opzione è decisamente più consigliabile.

Quando nasce la psicologia

Per capire cosa studia la psicologia è importante conoscerne l’origine e la storia.

Il termine “psicologia” (psychologia in latino), risale probabilmente al XVI secolo, introdotto dall’umanista Filippo Melatone (Philipp Schwarzerd nella sua lingua, il tedesco) e dai suoi discepoli. Tra questi, ne ricordiamo due in particolare:

  1. Othone Casmanno, attraverso la sua opera Psychologia anthropologica; siue animae humanae doctrina, ovvero “Psicologia antropologica, o la conoscenza dell’anima umana, del 1594;
  2. Rodolfo Goclenico, con la sua Psychologia, hoc est de hominis perfectione, datata 1597.

Prima di loro, tra il 1511 e il 1518, anche Marcus Marulus, un umanista dalmata, ne aveva parlato in Psychologia de ratione animae humanae. Anche se il significato attribuito al termine, in questo caso, risulta essere meno certo.

Ma a sdoganare definitivamente la parola “psicologia” fu Christian Wolff nel Settecento, grazie soprattutto a due importanti opere nelle quali spiegò la differenza tra psicologia empirica e psicologia filosofica. Ovvero tra:

  1. Ricerca empirica di individuazione dei princìpi in grado di spiegare il comportamento dell’anima umana;
  2. Indagine sulle facoltà dell’anima stessa.

Le opere di Wolff alle quali stiamo facendo riferimento sono:

  1. La prima, nel 1732, Psychologia empirica;
  2. Psychologia rationalis.

Le tesi di Wolff furono successivamente criticate da un altro dei padri della psicologia: Immanuel Kant, secondo il quale non poteva esistere una psicologia razionale. Egli pose le basi per una psicologia più filosofica, anche se fondata su principi empirici. In quanto non riteneva potesse trattarsi di una scienza esatta, come la matematica.

Storia della psicologia: dalla filosofia alla psicologia scientifica

Fin qui dovrebbe esserti chiaro cosa studia la filosofia, o almeno cosa studiava fino al diciottesimo secolo. Ma, colpo di scena, nella seconda metà dell’Ottocento in Europa, le interpretazioni della psicologia si ampliano.

Accade, infatti, che tra il 1850 e il 1870 questa disciplina prenda piede tra scienziati, fisici e medici, che adesso si interessano anche della psiche, comprese le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive dell’uomo. Apportando allo studio di questa materia strumenti e metodologie generalmente applicate alle scienze naturali.

E fu così che la psicologia divenne una disciplina scientifica a tutti gli effetti. Non più, o quantomeno non soltanto, filosofia. La psicologia moderna è anche scienza, quindi, e segue tutti i crismi del metodo induttivo: dall’osservazione agli esperimenti, per giungere all’elaborazione di ipotesi e leggi.

Ma a chi è dovuta questa svolta in chiave scientifica della disciplina? Tra i fautori più importanti, 9 in particolare meritano una menzione speciale Charles Darwin, Franciscus Donders, Ernst Weber, Gustav Theodor Fechner, Hermann Ebbinghaus, Francis Galton, Théodule Ribot, Alfred Binet e Arnold Gesell.

Cosa studia la pedagogia: rapporto e differenza con la psicologia

Un’altra svolta che ci aiuta a capire cosa studia la psicologia in tutte le sue forme, è quella verificatasi tra la fine del ‘800 e l’inizio del ‘900.

Stiamo parlando dello stretto legame instauratosi con la pedagogia. Tra i precursori di questa prossimità, impossibile non citare Wilhelm Wundt, il fondatore della psicologia sperimentale, nonché il primo a studiare l’apprendimento attraverso i sensi.

studiare psicologia

E poi Ivan Pavlov (colui il quale dimostrò che l’apprendimento si può legare a stimoli secondari) e Johann Friedrich Herbart (discepolo di Johann Heinrich Pestalozzi e di Immanuel Kant).

A suggellare questa vicinanza furono i vari Stanley Hall, Simon, Binet, Seguin e Itard, in particolare per quanto riguarda il campo dell’adolescenza e della disabilità.

Psicologia Università: l’offerta Unicusano

Se sei interessato a cosa studia la psicologia, vuoi conoscere meglio questa disciplina o magari a specializzarti in essa, ti suggeriamo alcuni corsi di psicologia fatti a posta per te (clicca sul loro nome per visionare la scheda completa). Tra questi troverai sia lauree che master.

  1. Scienze e Tecniche Psicologiche, ovvero un piano di studi psicologia tra i più classici e completi;
  2. Psicologia clinica, per studiare la psicologia della riabilitazione;
  3. Psicologia del Lavoro o della Salute Organizzativa;
  4. Medicina, psicologia e biofisica nelle scienze umane;
  5. Psicologia dello Sport, se cerchi un master di I livello;
  6. Psicologia Pediatrica, come master di II livello.

Ed eccoci giunti alla conclusione della guida Unicusano su cosa studia la psicologia e quali costi seguire per comprenderla.


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