Come diventare questore: studi e possibilità

Già nell’ordinamento di Roma Antica la figura del questore era tenuta in grande considerazione. Spettava a questo magistrato occuparsi della giurisdizione criminale nel territorio a lui sottoposto, ma nel corso dei secoli assumerà anche competenze amministrative e fiscali. Tutt’oggi quel dello questore resta un ruolo di altissima responsabilità, in quanto spetta a lui garantire la pubblica sicurezza del territorio coordinando le azioni della Polizia.

Diventare questore non è impossibile ma richiede grande impegno, pazienza e dedizione alla professione. Si tratta di un ruolo che è possibile ricoprire dopo una lunga carriera, che spesso scoraggi gli aspiranti alla carica. Determinazione e costanza sono indispensabili per affermarsi in questo contesto professionale.

Cosa fa il questore?

Il questore è un funzionario pubblico che si occupa di gestire e coordinare tutte le attività della questura provinciale in cui lavora. Al fine di prevenire la criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini, deve organizzare tutte le azioni della Polizia sul territorio, sia a livello di prevenzione che di difesa.

In particolar modo, il questore deve delineare il piano operativo e le modalità tecniche per attuare il programma di sicurezza stabilito dal prefetto e dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, del quale fa parte. Può coinvolgere tutte le forze di polizia presenti sul territorio, quindi anche operatori dei Carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria, per esigenze di ordine pubblico. Le sue azioni si coordinano dunque con quelle del prefetto, che invece attua disposizioni di tipo politico amministrativo.

Il questore ha naturalmente numerose altre competenze: emette diffide, ordini di allontanamento verso cittadini stranieri irregolari; nei casi previsti dalla legge, può disporre misure di prevenzione nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi o in altre circostanze proporle all’autorità giudiziaria. Inoltre, spetta sempre a lui gestire eventi e manifestazioni che possono stravolgere l’ordine pubblico.

Come si diventa questore?

Per intraprendere il cursus honorum come questore è previsto innanzitutto il superamento del concorso pubblico per commissari. I concorsi sono periodicamente pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, insieme ai requisiti per l’accesso. Per accedervi è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 32 anni, aver conseguito una laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia o titoli equiparati, avere la cittadinanza italiana e nessuna condanna penale.

Il concorso è articolato in due prove, una scritta e una orale, con argomenti che spaziano dalla medicina legale all’informatica, dalle materie giuridiche fino ad una lingua straniera. Anche le doti psicofisiche del candidato vengono prese in esame e valutate da un’apposita commissione prima delle prove scritte.

Il vincitore del concorso dovrà poi frequentare un master di II livello in “Scienze della sicurezza” presso la Scuola superiore di polizia, della durata di 2 anni. Al termine del primo anno è previsto il superamento di una prova d’esame, necessaria per il conseguimento dell’idoneità.

Il passo successivo, al termine del biennio, è la nomina a “Commissario capo”, che va ricoperta per 5 anni e 6 mesi prima di ottenere la nomina a “Vice questore aggiunto”. A questo punto, l’aspirante deve superare un concorso interno per poter accedere alla qualifica di dirigente di primo livello, per il quale vengono presi in considerazione titoli ed esami. Il Ministero dell’Interno stabilisce di volta in volta i requisiti necessari per l’ammissione.

Solamente dopo 3 anni nel ruolo di dirigente si viene nominati dirigente superiore, cioè questore. Spetta al consiglio di amministrazione del Dipartimento di pubblica sicurezza promuovere e nominare il nuovo questore.

Quanto guadagna un questore?

Quello del questore è uno dei ruoli più remunerati nel campo della sicurezza pubblica, ma anche quello con le maggiori responsabilità. Il salario del questore è un grande incentivo nell’intraprendere questo percorso lungo e impegnativo. Le prospettive di guadagno sono molto interessanti: si parla di uno stipendio mensile di circa 3.000/3.5000 euro netti, a cui vanno sommati indennizzi e rimborsi vari che nel tariffario base del ministero dell’Interno non sempre compaiono.

 


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